Bruno Azimonti - Il maestro dell'acquerello

 Azimonti è sicuramente stato un pittore di grande importanza per la tecnica dell'acquerello, ma non solo: era anche un' instancabile sperimentatore, sempre alla ricerca di nuove tecniche pittoriche. In questo articolo vogliamo ricordarlo attraverso gli scritti che , nel corso degli anni sono stati pubblicati in vari libri ed articoli di stampa.



BIOGRAFIA

Nato a Cadenabbia di Griante nel 1909 e morto a Menaggio, in provincia di Como, il 25 dicembre 2002 Bruno Azimonti era un'artista dalla sincerità immediata, dalla maestria spontanea: un autentico pittore della sua terra e si direbbe che il battito del suo cuore gli muoveva la mano.

Modesto e sincero sempre, sapeva far sorridere la luce, colmare di calore lo spazio infinito, intessere racconti di vita intorno ai personaggi dove la forza espressiva è palese, immediata, circondati come sono di struggente poesia e di intensa drammaticità.

Libero nello spirito, saggiamente convinto che l'arte arricchisce l'esistenza e migliora l'uomo, temprato dalle vicissitudini della vita accettata nel suo significato umano e artistico, dei riconoscimenti non si è fatto mai vanto e sono tanti.

Suo padre gli insegnò a disegnare prestissimo. All'epoca del Liceo regalava disegni agli amici. Agli inizi vendeva disegni a mille lire, i quadri a cinquemila. Fu miracoloso scoprire che ciò che era per lui naturale, disegnare, dipingere, diventava scopo e mezzo di vita. Il duo maestro fu Gianni Breudelin, uno fra i migliori illustratori delle bellezze naturali e degli angoli più suggestivi del lago di Como. La volontà di riuscire e la vocazione artistica trovarono poi valido sostegno da parte di un altro noto artista, il pittore Stagliati, il quale soleva soggiornare durante l'estate a Cadenabbia ove il padre Azimonti aveva avviato un'attività artigianale per la lavorazione artistica del cuoio.

L'influenza della pittura assimilata gradualmente e la fine sensibilità gli aprirono la strada a varie possibilità tecniche ed espressive, sempre nel rispetto e nell'amore per il vero e per le esperienze umane.

Poi gli eventi bellici portarono il giovane pittore in Africa, fra il 1935 e il 1938, dapprima in Libia e successivamente in Somali e in Etiopia. In questo lungo periodo, nonostante gli impegni derivanti dalle sue mansioni di soldato, continua la sua vocazione artistica, dedicandosi prevalentemente ai lavori ad olio. Ma la tragica esperienza militare non era comunque finita.

A distanza di qualche anno, come rileviamo dal giornale "L'Ordine", l'artista, ormai affermato nonostante gli eventi bellici, si trovò in Russia con la spedizione italiana.

Dopo il successo iniziale le operazioni militari precipitarono e l'Azimonti, con migliaia di altri connazionali, si trovò al centro della famosa ritirata del Don. In questa fase, come nelle precedenti, l'artista studia una serie di bozzetti poi trasformatisi in altrettanti acquarelli o in lavori ad olio di notevole pregio.

Sono forse le opere più belle, più sentite, più sincere, proprio perchè sofferte in una quotidiana lotta contro la morte, attraverso vicende inenarrabili costellate di episodi tristi fra gli stenti e la miseria. Uomini ed animali sono ritratti con fedeltà, alla luce delle atroci sofferenze, nel pieno dell'inverno, fra desolate distese della steppa.

L'acquarello è il suo canto del cigno. A questa tecnica, ci informa Gian Battista De Siati, va aggiunta "un ritrovato tecnico di particolarissima importanza, messo in opera dal nostro pittore in modo da rendere l'acquarello non solo più trasparente e brillante, ma addirittura inalterabile all'esposizione continua alla luce solare, ai reagenti atmosferici e all'acqua".

Un segreto in perfetta armonia con le sue ricerche, un modo di essere e di agire che respira spontaneità e amore per la realtà della vita. Il colore vibrando si adagia gioioso, si stempera trepido in passaggi raffinati, richiamando ogni volta eccitamenti formali, rielaborando dimensioni narrative ora liriche, ora drammatiche, ora religiose , ora serene o malinconiche. Unica tecnica al mondo, precisa l'operatore, è l'acquarello sull'alluminio, tale da offrire effetti suggestivi e misteriosi. Che però, dato l'uso di elementi tossici quali possono essere l'acido nitrico, hanno portato Bruno Azimonti all'ospedale.

Tra queste nuove creazioni trovano il loro spazio adeguato l'olio e i pigmenti per affresco, che hanno sempre le loro profonde ragioni di esistere ed evidenziare le impressioni preziosamente espressive.
Contengono, queste pitture, una verità tale che innalza la natura, le figure e inudi ad una superiore plasticità per cui le osservazioni rispecchiano la sua sete di ricerca e la naturale capacità di ottenere significati.

Antonio Oberti   da il volume: ARTE ITALIANA PER IL MONDO




"Il carretto" acquarello - cm 26 x 37 anno 1964


Acquerello su carta  - cm 50 x 67


LA SUA TECNICA

Usava una tecnica inusitata dopo aver bagnato il foglio e centrata l'impostazione dinamica dell'assunto.

Questa innovazione gli consente di ottenere - come una pittura corposa e modulata al massimo - effetti smaglianti nello sfumato e nei mezzi toni, in modo che i bagliori della luce ed i contrasti delle ombre sorgano per i giochi della luce radente sui corpi e sulle figure.

Bruno Azimonti collocava saggiamente le intensità, si entusiasmava per le scene di genere ed ambientali, immetteva nell'opera il pathos diluendo i tre colori di base con fine intendimento, conferiva infine ai suoi personaggi ritratti in estroso slancio dinamico una riverente e silenziosa meditazione.

Dall'album dei ricordi scaturisce tutto un filone aulico di opere immortalate con geniale espressione: il venditore di quadri, meditabondo accanto alle sue tele, plasticamente enucleato, quasi a gettante nei riflessi che impreziosiscono la dolce figura di vegliardo; una corsa all'impazzata d'altri tempi, le bighe lanciate in una corsa frenetica, la bava alla bocca dei cavalli spasmodicamente tesi nell'immancabile vittoria di uno di loro, le lunghe fruste all'aria guizzanti come serpi; una carovana assorta, in fila indiana, melanconicamente gettata per il traguardo dell'ignoto West; un mucchio di muli affaticati dalla soma, procedono lenti nella perigliosa luce pomeridiana verso una frescura agognata; e poi, ancora, visioni di vita artigiana, il lavoro dei campi, le carrozzelle proiettate nello smog lombardo, cento e cento immagini di interni di paesini montani, affacciati sul lago di Como, ove viveva l'autore al centro del suo Museo vivente "IL BAGUTTINO" che i turisti stranieri ricercavano con la venerazione dei templi sazi di opere d'arte.

La resa della sua "ècriture rapide" è incomparabile per vitalità, scorrevolezza, tensione della luce e movimento conferito alle figure. Egli collocava con ardente e risaltante accensione chiaro curale, personaggi - preti, facchini, contadini, uomini della strada, borghesi, vecchiette, ecc. - e cose in un magico riverbero surreale, come se transumasse dall'ambiente, dalle pietre e dai ciottoli delle strade l'ansia della collettività.

Una problematica atmosfera conferisce poi ai paesaggi ed alle pittoresche immagini per il dito d'aria col quale avvolge ogni minuto particolare che sembra emergere da lontananze secolari.

Un vellutato e morbido "chiarismo" investe case e comignoli e passanti, conferendo pregnanza ai primi piani che aleggiano in uno spumeggiare di effetti ottici.

C'era in questo bravo artista una somma di osservazioni tecniche che vanno da Daubigny a Johan Barthold Jongkind, e si riassumono in una seducente grazia compositiva eccellente nelle trasparenze, nell'affettuosa irrorazione di vapori in dissolvenza che danno allo spazio una mutevolezza incredibile delle mezze luci.

Antonino De Bono
da il volume: L'ACQUARELLO IN ITALIA



 

"L'ombrellaio" Acquerello - cm 23 x 33 anno 1972


"La preghiera" Acquerello - cm 17 x 26 

CENNI CRITICI

"Bruno Azimonti, un nome, un sicuro pennello e tante, tante gocce d'acqua colorate. Gocce che sono parole, in cui l'amore, l'angoscia, la serenità e il dolore che stanno nel cuore umano sono fissate sulla carta con mano sicura, con effetti strani, quasi misteriosi che solo uno spirito sofferto può porgere senza fatica, con semplicità, con passione e direi con saggezza salomonica.
La gente guarda; lo spirito beve acqua pura dalla coppa iridata che questo Artista porge a tutti; ed è candore di neve fresca, quella neve che Azimonti ha visto in Russia nel corso di una guerra dura e feroce che si vorrebbe tanto dimenticare ma non si può.
E' in tutti gli acquarelli di questo pittore il ricordo della neve, e lo si vede nei cieli, nelle strade bagnate, nelle luci che accompagnano l'uomo o il cavallo, nelle lunghe ombre tagliate ed allungate è rimasto come segno dominante e bruciante per quell'aver camminato con i piedi insanguinati su tanta purezza di biancore.
Non c'è altro da aggiungere: basta vedere i suoi quadri. S dura è stata la semina biondeggiante e rigoglioso è il prezzo raccolto da riporre in granaio."

Alfred N. Klamer
da il volume: ARTE ITALIANA PER IL MONDO

" Oltremodo importante e significativa la sua iniziativa: dallo scorso 1984 il Maestro, con l'appoggio delle Autorità (che gli hanno messo a disposizione una capace aula delle Scuole Elementari del luogo) tiene corsi completamente gratuiti per tutti coloro - anziani in primo luogo, ma anche giovani e giovanissimi d'ambo i sessi - che desiderano imparare a fare bianco-nero ed acquarello. E' stato subito grande successo."

Enzo Venini
da il volume: ARTE ITALIANA PER IL MONDO

"Chi vede per la prima volta le opere di Azimonti rimane favorevolmente impressionato per la verità delle tecniche e dei soggetti, per la luminosità e l'accordo coloristico degli acquarelli e soprattutto per l'onesta del pittore, che non cerca di nascondere i suoi limiti (ne ha?) o qualche vuoto d'ispirazione inseguendo le mode del momento. Egli è rimasto fedele alla sua scuola, come i grandi maestri del passato e non per presunzione, a differenza di quei pittori che si credono maestri per istinto e senza il lungo sacrificio del tirocinio e della ricerca. I trascoloramenti del paesaggio, nella necessità di immediatezza nella resa pittorica, hanno ancora il sussulto dei suoi primi momenti davanti al cavalletto ma ad essi si aggiunge un'approfondita capacità di narrare la probabilità della immagine che non scade mai in edonismo fine a se stesso per farsi invece portavoce dell'eterno rapporto fra l'uomo e l'ambiente."

"Soltanto all'apparenza l'indagine compiuta dal pittore si risolve secondo schemi legati al sentimento. In realtà si configura in un'esperienza di limpida autonomia, diario di un uomo che vuole riscattare il suo essere in arte. I suoi paesaggi sono di fiato casalingo, campagnolo o collinare. Case, strade, aie rustiche, raccolte in un respiro quieto, regolare, intriso di luce e di aria, sotto un cielo mite, veleggiato da nuvole a mezza altezza, libere, quiete, talvolta languide.
I colori non fanno chiasso e non aggrediscono.
In un contesto di quotidiana convivenza il pittore traduce se stesso con un reciproco senso di comprensione e simpatia.
Vedendo la maggior parte delle sue opere si nota subito un temperamento romantico, che vibra anche di fronte alle cose più semplici, rendendoci sicuramente partecipi delle sue emozioni. Egli non cerca lontano con le ali della fantasia le sue ispirazioni. Basta un minuto particolare del mondo che lo circonda per toccarlo profondamente, ad esempio l'atteggiamento pensoso del suo collaboratore, il suo cane accovacciato, il vecchietto che legge il giornale sull'uscio di casa.
Soffre per tutte le cose che non vanno bene nel mondo, la violenza, l'immoralità, la corsa sfrenata al potere, il vile denaro, l'arrivismo, ecc. e le denuncia candidamente e schiettamente con la speranza di concorrere ad un mondo migliore. Stupendi ed incisivi i suoi accostamenti corali e di contrasto e non solo di tinte ma di contenuto"

Pasquale Vecchio
da il volume: ARTE ITALIANA PER IL MONDO



"Verso sera" Acquerello - cm. 31 x 41


  • Iscritto all'Associazione Italiana Acquarellisti

  • Iscritto all'Unione Nazionale Pittori e Scultori

  • Socio aderente UNIONE DELLA LEGION D'ORO

  • Accademico di Merito dell'ACCADEMIA DE I 500 (Roma)

  • Accademico associato dell'ACCADEMIA TIBERINA (Roma)

  • Accademico di merito dell'ACCADEMIA ITALIA (Salsomaggiore-Terme)

  • Membro effettivo per l'Arte dell'ACCADEMIA TEATINA (Pescara)

  • Membro honoris causa dell'ACCADEMIA DELLE SCIENZE - LETTERE - ARTI della classe "Nobel"

  • Membro effettivo dell'UNIONE MONDIALE DELLA CULTURA

  • Consultore per l'Arte della NATIONAL UNIVERSITY di Toronto (Canada)

  • Iscritto all'Albo d'Oro del Centro Europeo delle ricerche

  • Membro effettivo ACCADEMIA ALESSANDRO MAGNO di Prato

MOSTRE

  • Mostra collettiva in omaggio a "ROMA CAPITALE" nel suo Centenario, indetta dall'ACCADEMIA TIBERINA, ottobre 1970

  • Mostra colletiva dell'UNIONE NAZIONALE Pittori e Scultori nel CASTELLO VISCONTE di Pavia, Novembre-Dicembre 1971

  • Prima "BIENNALE D'ARTE SACRA" - Pompei, 1972

  • Mostra per il "GRAN TROFEO INTERNAZIONALE" Storia dell'arte contemporanea Pompei, 16-24 febbraio 1974

  • Mostra nel PALAZZO DEL BROLETTO di Como, 1-13 febbraio 1975

  • Mostra nella Galleria d'Arte Moderna LUX - Milano, 1-15 Maggio 1975

  • Mostra nella Galleria d'Arte Marconi 10 - Oleggio (NO), 1976

  • Mostra Nazionale dell'Acquarello nella SALA D'ARTE CAVALLOTTI di Monza, 19-31 ottobre 1977, indetta dall'A.I.A.

  • Mostra L'ACQUARELLO IN ITALIA negli anni '70 nel Centro culturale "LE GRAZIE" - Sacrestia del Bramantino - Milano, 22 febbraio 1978, indetta dall'A.I.A.

  • Terza Mostra Nazionale dell'Acquarello nella VILLA GUSSI di Vimercate- 22 aprile 1978, indetta dall'A.I.A.

  • "Rassegna dell'Acquarello Lombardo" nella VILLA COMUNALE di Crebenna - Erba -settembre 1978

  • Dodicesima Mostra dell'Acquarello indetta dall'A.I.A. a Villa Olmo COmo, dicembre 1981

  • Mostra convegno degli artisti europei al Castello di Montaldo di Ziano, maggio 1981

  • Mostra a Sondrio nella Sala Mostre del Palazzo della Provincia, giugno 1982

  • Mostra Nazionale A.I.A. al CENTRO D'ARTE L'ACQUARELLO dei F.lli Minardi in Via Ozanam,9 - Milano - 6 dicembre 1980

  • Personale alla Galleria "IL MILIONE" IN CERNOBBIO dal 30 ottobre al 14 novembre 1982

  • Mostra Personale all'ARENGARIO di Milano dal 18 aggio al 6 giugno 1983

  • Mostra Personale a CIVENNA (Como) nella Sala Riunioni dal 14 al 28 agosto 1983

Nonchè a varie e personali nelle principali città italiane ed estere.

PREMI

  • Mostra dei Pittori a Gimma (Etiopia, Africa Orientale) nel 1937

  • Premio internazionale "Brunellesco" (Firenze), nel 1971

  • Insignito del "Premio Europa 1971" (Roma) il 25 Marzo 1972 nella SALA DEL TRONO di INNOCENZO XII

  • Insignito del Premio Nazionale "TETRADRAMMA D'ORO" il 9 giugno 1972

  • Medaglia d'oro e Coppa del "CENTRO ITALIANO DI STUDI E CONTATTI CULTURALI" (Pompei), aprile-maggio 1974

  • Premio Internazionale "IL PAVONE D'ORO" 1975, ricevuto al Teatro Nuovo di Milano il 28 maggio 1975

  • Targa al merito internazionale 1976 dell'UNIONE MONDIALE DELLA CULTURA

  • Premio Mostra Internazionale dell'Acquarello ricevuto a Genova alla Galleria d'Arte di PALAZZO DORIA il 30 marzo 1977

  • Medaglia d'oro dell'ACCADEMIA ITALIA delle arti, delle lettere e delle scienze di Salsomaggiore Terme, 1978

  • Secondo Premio al primo FESTIVAL INTERNAZIONALE DELL'ARTE a Cannes, 1979

  • Targa d'oro 1979 dello STUDIO 13 (Biennale d'arte città di La Spezia)

  • OSCAR INTERNATIONAL PAITING ricevuto il 24maggio 1980 nella sala dei congressi del LLOYD'S BAIA HOTEL di Vietri sul Mare (Salerno)

  • Medaglia d'oro al merito artistico dal Parlamento Mondiale U.S.A., 23 dicembre 1982

  • Medaglia d'argento "Città di Milano" in occasione della personale all'ARENGARIO, 18 maggio 1983

  • Medaglia d'oro dall'Accademia Universale Alessandro Magno con nomina a maestro d'arte per l'Acquarello