Milano 1923 - 2004
Giancarlo Perelli Cippo è nato a Milano nel 1923. E' stato avviato alla pittura da Gino Moro e Arturo Checchi, suoi insegnanti al Liceo Artistico di Brera. Su una base classica, mediante una personale ricerca, ha portato la sua pittura ad una intensa espressività riuscendo a cogliere con felice sintesi cromatica una singolare visione figurale. Ancor giovane ha ricevuto i primi inviti alle Biennali d'Arte Sacra dell'Angelicum e alle Quadriennali di Roma. Ha ottenuto premi e riconoscimenti in nume-rosi concorsi di pittura a Brescia, Bergamo, Torino, nel 1953 il Premio "Paesaggio della Lomellina", nel 1977 il "Premio Burano". I luoghi frequentati e amati dall'artista sono divenuti parte del suo corredo creativo: Milano, con la darse-na, i navigli, San Siro e i cavalli in corsa; Venezia con la sua laguna e le isole poetiche di Burano e Torcello; il paesaggio toscano, i paesi rivieraschi del lago di Como e del Garda, le sponde dei fiumi della pianura lombarda; le magistrali vedute di Amsterdam con i suoi canali. Nel 1976 è apparsa una monografia dell'artista mila-nese presentata da Ermanno Federico Scopinich. Le sue opere si trovano in permanenza alla Galleria Ponte Rosso dal 1977, anno della prima mostra personale dell'artista in questa sede milanese.
La firma dell'artista
Ecco un ricordo dell'artista scritto da Orlando Consonni (nel 1988) che delinea in modo molto raffinato la sua figura:
Conobbi
personalmente Perelli Cippo qualche mese più tardi dopo l'incontro
col Maestro in Foro Bonaparte. Non vidi molti dipinti quel giorno
nello studio di Porta Ticinese, ma bastarono per confermare l'esatta
misura del ri tratto che di Lui già possedevo. Mi soffermai ad
osservare l'ambiente nel quale operava Perelli. Nello studio e in
parte nei locali d'abitazione un suggestivo disordine creava
l'atmosfera tipica di certi ambienti mauvais. Ma in casa Perelli, con
le pareti occupate in prevalenza da quadri e disegni di amici
pittori, si percepiva non il disagio del caos, ma la presenza di una
vitale passione per l'arte. Sparse un po' ovunque, addossate alle
pareti, cornici di varie dimensioni, antiche, moderne, integre e a
pezzi, tele attrezzate o arrotolate, pile di carta di ogni forma e
spessore, cartoni, scatole, maschere di gesso, fiori secchi, tubetti
di colore raccolti in scatole aperte e sparsi su scaffali
improvvisati, tavolozze abbandonate da tempo con residui essicati di
colori ancora brillanti.
E
la tavolozza nutrita di materia intensa, luminosa e di alto spessore
al ca valletto con una grande tela sulla quale già l'artista aveva
tracciato a matita un reticolo ampio di segni ancora indecifrabili. I
pennelli raccolti a ventaglio a portata di mano in un vaso antico
posato su un trespolo alto. Sul grande cavalletto collocato di sbieco
in buona luce accanto alla finestra, vidi quel giorno sfilare una
dopo l'altra numerose tele con superbe visioni di città: Milano
antica e moderna di suggestiva bellezza colta nella stagione
invernale fra la neve dei navigli e della darsena o nella calura
bruciante e sonnolenta dei mesi estivi, scorci di antiche chiese,
palazzi, giardini, basiliche, prospettive di viali alberati della
periferia e del centro storico, visioni di bancarelle e vetrine in un
tripudio di forme e di cromatismi accesi, ampie visioni panoramiche
dall'esatta perfezione architettonica conseguita con veloce sintesi
pittorica. E in parallelo grandi quadri di Amsterdam: la sua seconda
città, solcata da canali ricolmi di imbarcazioni naviganti o
ancorati alle rive. E queste congiunte da ponti percorsi da
biciclette fra le basse case multicolori rispecchiate nell'acqua,
mentre stormi di gabbiani appena accennati in bianco e nero, scendere
a picco dalle ampie volute nel cielo alto, e con volo radente
sfiorare il filo
dell'acqua.
Un articolo che lo riguarda tratto da " Il giornale di Milano" del 1995
E' disponibile in galleria un suo dipinto: Cavalli al Galoppo del 1997
Lo potete visionare (o acquistare ) a questo link: Cavalli al galoppo