Spesso, nell'arte, succede che lo spessore artistico di un pittore rimanga quasi sconosciuto ai più. Ed anche dopo esser passato a miglior vita si stenti a riconoscerne il valore. Daniele “Daniel” Fontana è sicuramente uno di questi. Ma basterebbe soltanto ricordare che è stato il padre, misconosciuto, della raffigurazione iconica della "donna turrita" dell’Italia, per anni simbolo ufficiale del Governo e dello Stato italiano. Narriamo la sua storia:
Daniele Fontana (Milano, 15 maggio 1900 – Sala Comacina, 29 settembre 1984)
Lavorò spesso a Roma, dividendosi tra l'attività di disegnatore satirico e illustratore e quella di pittore figurativo e di genere. Strana commistione, non rara all’epoca, tra il fatto di essere un “artista serio”, ma anche una delle penne più irriverenti del panorama satirico italiano, nonché uno dei pionieri del cinema di animazione. Realizzò tra il 1930 e il 1935 insieme a Petronio e Braghi i primi cortometraggi a cartoni animati pubblicitari come "Cuor Contento".
Grande caricaturista ha collaborò a “Il Travaso delle idee” e con “il Bertoldo” In queste vesti ha partecipato all'Esposizione Nazionale di Milano (1923, 1925) e all'Esposizione Sindacale (1928, 1932), diventando ospite fisso alla rassegna de La Permanente
Manifesto originale del Nucleo Propaganda della R.S.I. (1944) disegnato
da Daniele Fontana
Nell'ultimo
periodo di vita ebbe il suo studio a Lenno, sul Lago
di Como. Colpito da paresi, trascorse un lungo periodo di sofferenza.
Morì a Sala Comacina nel 1984. . Pochi mesi dopo, quasi
tutta la sua produzione, nella ristrutturazione dei locai, venne
gettata via. Destino purtroppo comune a molti artisti, e che ha
portato a perdere la maggior parte della produzione satirica e
pubblicitaria italiana di quegli anni.