"Nudo di donna"
olio su tela cm. 60 x 80
firmato in basso a destra
NeI 1911, tornato da poco a Trieste, vinse con le due tele ad olio Nudi al sole e il Ritratto della sorella il premio Rittmeyer consistente in un soggiorno di studio a Roma. Fino allo scoppio della Grande Guerra, rimase nella capitale: per lui fu un periodo molto significativo, direttamente a contatto col vivo clima culturale delle Secessioni romane che arricchiva con nuove “nuances” coloristiche, la sua formazione centroeuropea. Con Bambola, partecipò all’esposizione della Secessione romana del 1913 ottenendo un significativo successo, tanto che l’opera viene inviata, dopo esser stata favorevolmente giudicata dalla commissione preposta, all’Esposizione di San Francisco col titolo Macchie al sole. Negli Stati Uniti, la tela venne premiata con la medaglia d’argento.
Dopo la guerra, alla quale aveva partecipato come volontario ottenendo tre croci al merito, tornò a Trieste e riprese l’attività di pittore e decoratore (ricordiamo, a titolo d’esempio, i pannelli del Caffè degli Specchi). Gradualmente Sambo, come molti altri artisti triestini, da Sbisà a Marchig, da Stultus a Sofianopulo o al Nathan del filone più metafisico, si accostò al neoclassicismo del Novecento.
Artista ormai di fama, partecipò a molte mostre organizzate dal Sindacato fascista delle Belle Arti di cui era stato, per altro, promotore e segretario della sezione triestina, e a gran parte nazionale (Buenos Aires, Madrid, Atene, Barcellona, Monaco) delle Esposizioni “Arte italiana all’estero” promosse dal Ministero dell’Educazione, oltre a diverse edizioni della Biennale di Venezia (1922, 1928, 1930, 1932).
Dal 1929 al 1956 fu Conservatore del Civico Museo Revoltella di Trieste, avviando l'ente a un'apertura verso l'arte moderna, con l’apertura di nuove sale e la creazione della Scuola libera del nudo e del costume, nella quale tenne alcune lezioni. Per questa intensa attività didattica e culturale, nel 1956 Sambo venne insignito dell’onorificenza di Cavaliere dell’ordine al Merito della Repubblica.
La sua ultima mostra personale risale al 1960 e nel 1982 il Comune di Trieste gli ha dedicato una mostra postuma a Palazzo Costanzi.